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Rapporto del modulo neve & ghiaccio del corso di scialpinismo SA2/2009

         

           Il 25 gen. e 1 feb. 2009 si sono svolte le uscite pratiche del corso di scialpinismo SA2/2009, modulo “neve e ghiaccio”. Le condizioni meteo e lo stato del manto nevoso non sono state secondo le aspettative per poter effettuare il programma didattico stabilito, tuttavia istruttori ed allievi hanno dato il massimo per gestire adeguatamente gli argomenti da svolgere.

 

Al Monte Terminillo, dopo la salita alla sella di Leonessa sono stati eseguiti gli esercizi di progressione individuale con piccozza e ramponi su pendii di neve con pendenza media e forte applicando il modulo a croce. Tutti gli allievi inoltre, hanno provato l’auto arresto con piccozza, ovvero come ci si ferma in caso di scivolata su pendio di neve con inclinazione media nelle quattro modalità di caduta. Terminato l’addestramento siamo saliti tutti in vetta al Terminillo per il canalone Centrale effettuando la traversata della montagna e tornando per il versante nord in Vallonina, al punto di partenza.

 

Nella seconda giornata di esercitazione, avevamo delle previsioni meteo disastrose, di conseguenza il venerdì precedente l’uscita, dopo la lezione teorica è stato deciso di effettuare la gita sulla nostra “palestra della neve”; la Montagna dei Fiori. Il sito già frequentato in altre esperienze, ci ha permesso di lavorare anche con tempo inclemente, come è stata l’inizio della giornata. Dopo la prima parte di attività, dove è stato effettuato l’addestramento di progressione della cordata in “conserva corta”, il tempo si è rimesso al bello regalandoci una seconda parte di giornata bella e istruttiva. Saliti all’anticima del monte Girella abbiamo effettuato una prima gradevole discesa nel vallone del Vescovo, poi rimesse le pelli, siamo risaliti per il canalone “Cardis”, e lì abbiamo iniziato le esercitazioni con gli ancoraggi su neve, corpi morti e corda doppia. Calzati nuovamente gli sci siamo saliti nuovamente al monte Piselli per effettuare la discesa del “costone” fino all’abitato di San Giacomo.

 

Il programma del modulo neve e ghiaccio è stato elaborato a sufficienza, anche se dobbiamo rilevare che oltre alle giornate di maltempo, il manto nevoso era del tutto   inappropriato alle manovre realizzate, specialmente per quanto riguarda l’uso dei ramponi. Speriamo nella parte scialpinistica, che si svolgerà nel mese di marzo di colmare anche questa lacuna.

E’ possibile ipotizzare nei prossimi corsi avanzati di rinviare questa fetta di modulo alla primavera inoltrata per esempio ad aprile, quando in Appennino e in particolar modo nel gruppo del Gran Sasso, è più facile trovare neve dura.

 

Consiglio agli allievi (squadra speciale inclusa), di curare maggiormente l’abbigliamento e l’equipaggiamento in ogni dettaglio. Questo significa preparare e prevedere bene cosa servirà durante la gita (indossare la giacca prima di iniziare il percorso e non durante, guanti di ricambio, bandana per il sudore, occhiali ecc. tutto deve essere a portata di mano) questo per non fermarsi ogni cento metri e costringere l’intera squadra ad aspettare o ancora peggio a perdersi i “pezzi”.

 

Gli sci ben sciolinati, le pelli impermeabilizzate contro lo zoccolo e i ramponi controllati e regolati per gli scarponi. Inoltre ognuno deve fare un elenco del materiale che servirà alla gita programmata. I ramponi non possono mancare nello zaino di uno sciatore alpinista, la piccozza a secondo dell’itinerario stabilito e il casco è sempre consigliato.

 

ARVA indossato durante la vestizione e pala e sonda possibilmente ancorati fuori nello zaino, pronti all’uso.

 

e’ poi è importante durante lo sviluppo della gita abituarsi a ragionare continuamente sull’itinerario e concentrarsi sulla traccia e microtraccia. In squadra è fondamentale rispettare le regole di sicurezza, quali ad esempio le distanze di alleggerimento; nei traversi dei pendii critici, come anche nei cambi di direzione e nei dietro-front.

 

Limitarsi all’uso degli alza-tacchi perché:

1.      Per l’apripista l’inserimento degli alza-tacchi falsa l’inclinazione della traccia.

2.      Su terreni con poca inclinazione accorciamo l’ampiezza del passo.

3.       Su pendii ripidi tendono a compromettere la tenuta delle pelli, poiché portano il peso a gravare maggiormente in avanti.

4.      In salite diagonali, con neve compatta peggiorano l’equilibrio.

5.      A volte riducono o annullano l’efficacia dei rampant che a causa della posizione si ancorano poco alla neve.

 

Valutare in continuazione la porzione di terreno dove ci si muove in salita e in modo particolare in discesa, senza fare traversi chilometrici per trovare la neve migliore. Bisogna cercare per quanto possibile di essere autodisciplinati e avere attitudine alla disciplina di gruppo.

Se adotteremo questo atteggiamento potremo cogliere, oltre alle singolari suggestioni ambientali, l’aspetto dello scialpinismo che piace di più e cioè il fatto che si possa praticare in compagnia.

Il condividere le forti emozioni delle belle curve con gli amici, rende ogni giornata speciale.

 

 

 

Ascoli Piceno, 06 febbraio 2009                                                                                                    I.N.S.A. Enrico Vallorani