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MERCOLEDI 10 MAGGIO h21: PRESENTAZIONE DEL CICLO “L’ALTRO SENTIERO”

Valle di Taranta

 

Il sentiero della Libertà 

L’originalità di questa lunga traversata sta nel fatto che il passaggio da un versante all’altro non avviene in modo brusco, ma gradualmente, attraverso il vastissimo e possente versante sudorientale della Majella, solcato da fossi e profondi valloni pietrosi. Arido, inospitale, coperto di erba e sassi, l’immenso, monotono pendio ha un suo fascino particolare che vi catturerà lentamente, aiutandovi a dimenticare il deludente Guado di Coccia. 

Veramente splendida, dalla cresta che lo delimita, la vista sulla grandiosa valle di Taranta, chiusa da alte pareti (in una delle quali è situata la famosa grotta del Cavallone), lunare nella parte alta e… terrestre solo in basso, dove il grigio del pietrame lascia gradualmente spazio al verde della vegetazione. 

Il primo tratto della traversata, sino al Guado di Coccia, era parte dell’antica e una volta frequentatissima mulattiera che collega Campo di Giove a Palena (come dimostra la presenza, in soli 2 Km di sentiero, della chiesa Madonna di Coccia e del convento di S. Nicola). È stato utilizzato durante la seconda guerra mondiale dai partigiani che volevano raggiungere gli alleati attraversando quella “terra di nessuno” che divideva questi ultimi dai tedeschi. A percorrere il “Sentiero della Libertà” (da Sulmona a Casoli, per Campo di Giove, Palena e Gamberale) ci fu anche il sottotenente Carlo Azeglio Ciampi, futuro Presidente della Repubblica. Il 27 marzo 1944 egli, proveniente da Scanno, dopo 3 giorni di marcia forzata in una tormenta di neve, “che fece sparire, come inghiottiti dal vento, alcuni di noi”, guidato con altri partigiani da due pastori, giunse stremato a Taranta Peligna (da un articolo di A. De Nicola, il Messaggero, 17.5.2001). 

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