Vai al contenuto

Itinerario 15

Località di partenza: Piandelloro 804 m

Dislivello complessivo: 180 m circa

Orario complessivo: 2/3 ore

Difficoltà: E

Segnaletica: itinerari n. 424, 402, 401

Tratto di sentiero scavato nell’arenaria tra Piandelloro e Rocchetta

Un anello per tre frazioni

Piandelloro – Agore – Rocchetta – Piandelloro

missing image file

Accesso

Dalla
SS 78 “Picena”, tra i Km 76 e 77 si lascia la Statale e si prende la
strada per Casebianche. Si continua per questa tortuosa strada e
superati diversi paesi si giunge ad un valico in prossimità di Scalelle
(circa 9 Km). Al valico (quadrivio) si prende per Piandelloro dove si
arriva dopo circa 4 km.

Commento

Un
anello escursionistico frequentato perché non lungo e molto
interessante, non solo per le frazioni che si visitano, ma anche per la
particolarità del sentiero che si percorre tra Rocchetta e Piandelloro.
A tratti letteralmente scavato nell’arenaria, il sentiero attraversa i
larghi imbuti dei fossi di Acquaviva e di Piandelloro, con affacci
panoramici su di essi, sulla valle del Tronto e sul gruppo della Laga.
Dei tre paesi, forse quello di partenza è il meno interessante, a parte
la posizione ardita e suggestiva sull’angusta cresta, perché
ricostruito nel secolo scorso. Non così invece Agore, che conserva
l’impianto longobardo, con asse centrale a partire dalla chiesetta, e
le piccole proprietà, una volta coltivate, alle spalle delle
abitazioni. Poi Rocchetta, il “paese verticale” di cui si parla
diffusamente in altre parti del volume.

Relazione

Da
Piandelloro (804 m), dopo circa 40 metri dal fontanile al termine del
paese, parte a destra un sentiero evidente, sbarrato da un cancelletto
apribile agevolmente. Seguire il sentierino mentre risale, a volte
esile ma sempre evidente (ignorare le deviazioni), sopra la ripida
cresta che sovrasta la frazione. Da Piandelloro (804 m), oltrepassato
il fontanile al termine del paese, dopo circa 40 metri, parte a destra
un sentiero evidente, sbarrato subito da un cancelletto apribile
agevolmente. Seguire il sentierino mentre risale, a volte esile ma
sempre evidente (ignorare le deviazioni), la ripida cresta che sovrasta
la frazione. Dopo varie svolte il sentiero si porta a destra in zona
meno ripida, intercetta un sentierino che traversa orizzontalmente e lo
segue verso sinistra. Alcune ultime svolte permettono di raggiungere la
cresta (Vena Rapolara) che divide il versante di Agore da quello di
Piandelloro. Raggiunta una panoramica sella (983 m, 0.35 ore), si
scende sull’evidente pista che traversa il pendio, quindi un evidente
fosso (Fosso del Marchese, 945 m) e, costeggiando antichi muri a secco,
giunge ad Agore (851 m, 0.20 ore). Ora occorre seguire, a sinistra
della direzione di arrivo, la strada bianca che, in circa 2,5 km,
aggirando fossi e costeggiando prima il vecchio cimitero, poi la
chiesetta di S. Silvestro, raggiunge la frazione Rocchetta (811 m, 0.40
ore). Prima dell’inizio del paese, sale a sinistra una chiara traccia
che, sul bordo del vecchio abitato, si alza sui prati sovrastanti dove
continua con il sentierino che si porta a sinistra, traversa una
macchia e raggiunge, dopo un rudere, la sella tra il Colle dell’Icona,
che sovrasta Rocchetta e la cresta che sale (860 m ca.). Oltre la sella
ci si abbassa a prendere il sentierino che si segue verso sinistra
lungamente, traversando il versante con i suoi numerosi fossi con brevi
saliscendi fino ad aggirare una sella su arenaria scoperta. Si giunge
infine a Piandelloro in corrispondenza del fontanile dai cui pressi si
è partiti (804 m, 0.40 ore).

Anello

missing image file

Agore e Piandelloro

Queste due ville risultano essere nel XVI secolo contrade agrarie e non “Ville”.

Piandelloro
viene spesso indicata col nome di Colle Alloro, Lu Colle de Lloro e
Pianelloro; solo nel ‘600, col sorgere delle prime abitazioni, si
ritrova la dicitura di Villa Pianellori anche se da altri documenti si
legge che gli abitanti di queste zone alla fine dell’Ottocento abitano
ancora nelle grotte.

Agore viene invece a
denominarsi in maniera molto varia nel tempo; “…nel ‘500 è detta le
Lacora, le Lacura, la Peza de le Lacura, contrada delle Laquera per
divenire poi villa Lacoris nel 1670, villa Acorarum nel 1756 e Lucura”.

La chiesa del paese è dedicata a San Donato.

Rocchetta

missing image file
missing image file

In alto: la chiesa di San Silvestro, sulla strada tra Rocchetta e Agore

In basso: Piandelloro

missing image file

Il Porcino o i porcini?

Nell’accezione
comune del termine, per porcino si intende un gruppo di funghi
appartenenti al genere Boletus che presentano carne bianca immutabile a
contatto con l’aria, apparato di produzione e dispersione delle spore a
“spugna” e caratteristiche morfologiche, ecologiche ed organolettiche
tali da essere considerati i funghi per eccellenza ed esser confusi
dalla maggior parte dei raccoglitori.

Il re
indiscusso di questo gruppo è senz’altro il porcino autunnale (Boletus
edulis); come dice il nome stesso si ritrova in tarda estate-autunno,
con caratteristica colorazione del cappello dal nocciola al marrone e
della “spugna” dal bianco al giallo e quindi al verde scuro in ragione
della maturità del fungo stesso.

Il porcino
estivo (Boletus aestivalis) ha invece un intenso e duraturo aroma che
lo rende adattassimo per essere conservato secco o per aromatizzare oli.

Il porcino nero (Boletus areus) presenta un cappello con superficie irregolare di colore marrone molto scuro.