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Itinerario 14

Loc. di partenza: Poggio Rocchetta 660 m

Località di arrivo: Agore 851 m

Dislivello complessivo: 200 m circa

Orario complessivo: 1.30/2.30 ore

Difficoltà: E

Segnaletica: itinerari n. 431, 401, 402

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L’anello di pietra

Poggio Rocchetta – Agore – Rocchetta

Accesso

Prendere
la vecchia Salaria (uscire ad Acquasanta se si proviene da ovest oppure
dopo Mozzano se si proviene da est). Nei pressi di Centrale, prendere
per Tallacano e seguire questa strada fino al paese. Giunti a
Tallacano, continuare per la strada bianca che inizia subito oltre e
seguirla fino al termine. Si parcheggia nello slargo proprio sotto il
paese di Poggio Rocchetta.

Commento

Questo
itinerario consente di visitare i borghi dell’alta valle di Tallacano.
È un anello non impegnativo che lascia il tempo per curiosare tra le
rovine dei casolari e tra le ardite costruzioni di questi minuscoli
borghi arroccati su impervie balze di arenaria.

Dopo
la forte emigrazione degli anni ‘50 e ‘60 queste frazioni non si sono
più riprese; fino a qualche anno fa sembravano destinate a scomparire
in tempi brevi. Da pochi anni, invece, notiamo un forte cambiamento:
numerose case sono state ristrutturate (spesso in modo discutibile) e
addirittura si parla di progetti turistici nella zona di Rocchetta.

Vedere
sparire interi paesi non fa certo piacere e quindi la notizia che
qualcuno voglia farli “rinascere” va accolta favorevolmente; ci
auguriamo solo che questo non comporti ulteriori aggressioni al
territorio.

Relazione

Dal
parcheggio (650 m circa) si prende il sentiero che, a destra del muro
di sostegno in travertino, risale il paese. Alle prime case, prima del
fontanile, si lascia la traccia principale (n. 402) e si prende a
destra il sentiero che, in traversata, raggiunge e supera il fosso del
Marchese su di un esile ponticello.

Si
risale il versante opposto costeggiando il torrente. Alzatosi con
alcune svolte tra vecchi terrazzamenti alternati a ripiani una volta
coltivati, il sentiero torna sulla destra mentre il versante si fa meno
ripido, incrocia una pista e la segue verso destra fino a che sbuca
sulla strada sottostante la frazione Rocchetta, dopo aver superato una
casa (811 m, 0.30 ore). Ora si volge a sinistra seguendo la strada
stessa che rasenta la chiesetta di S. Silvestro, poi il cimitero,
supera e costeggia fossi ed infine risale fino ad Agore in circa 2,5 km
(851 m, 0.45 ore).

Si entra nel paese nei
pressi della fonte, si scende fiancheggiando la chiesetta, e si
percorre la via che lo attraversa interamente.

Dopo
le ultime case, al termine della stretta stradina parte la vecchia
mulattiera che, a tratti larga ed evidente, percorre la cresta
sottostante ora portandosi a destra ora a sinistra del filo, tra
paretine e lame di arenaria. Quando la cresta si fa più ripida il
sentiero, qui più stretto, si porta a sinistra e si abbassa sul
versante con larghe svolte.

Per un
largo e caratteristico scivolo di arenaria, si rientra nel paese
(fontanile) e rapidamente si torna al punto di partenza (0.20 ore).

Anello

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Sopra: i prati sopra Rocchetta

A destra: un tratto di sentiero tra Poggio Rocchetta e Agore

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Rocchetta: il paese verticale

“Li
poveri huomini che sono forscia dece case debiano patire et pacare per
tucte le altre sopradicte ville quale per la majore parte del tempo
stan disobedienti et non pacano ne alla Camera ne a questa Magnifica
Comunità”. Che se i Rocchettani pagano “non se porriano mai revalere
dalavena Amartello Tallacano et altri lochi e poi essi per la loro
extrema povertà non serria possibile aresistere a pacare”. Questo
scritto di Rocchetta alla città di Ascoli (1520) dimostra che la villa
godeva di miglior benessere di quelle circostanti, tanto da divenire
“appetibile a mastri lombardi, quali m° Giorgio Joannitti di Valle
Veris, Domodossola, m° Domenico Di Giorgio, e m° Martino Graziosi che
prende dimora stabile in Poggio Rocchetta”. (Cognoli V. – 1993)

Il
paese ha un’origine molto antica poiché il suo nome compare nei
capitoli dello stato di Ascoli e Norcia del 7 agosto 1255: Norcia
cedeva a favore di Ascoli tutti i diritti che poteva accampare sul
castello di Rocchetta.

La Villa ebbe dal
Quattrocento una crescente fioritura economica poiché risultava, grazie
al suo legame con Farfa, membro del monastero di S. Salvatore di Rieti
e sede di chiesa curata che aveva rendite, proventi, emolumenti e
decime. Nel ‘500 il paese entra a far parte del “Sindicato di
Venamartello” e la sua prosperità si evince dalla presenza di
quarantotto fuochi insieme a Poggio, frazione ad essa collegata, in
quanto risulta essere, tra le altre ville, la più ligia ai doveri
fiscali.

All’epoca il paese era raggiungibile
solo a piedi poiché sprovvisto di una strada carrozzabile, e il gravoso
problema fu risolto solo nel secolo scorso. Degno di nota è
l’originalissimo metodo costruttivo della quasi totalità delle
abitazioni di questo paese poiché le case sono costruite sfruttando il
naturale andamento degli strati rocciosi che in questo modo entrano a
far parte degli stessi fabbricati

La chiesa del
paese è intitolata a San Silvestro e venne costruita nel 1526, come
rivelato dalla data incisa nelle lesene interne, per essere poi
restaurata nel 1947. Attualmente il paese risulta completamente
abbandonato e disabitato.

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Scendendo da Agore