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Itinerario 11

Località di partenza: Tallacano 660 m

Località di arrivo: Sasso Spaccato 800 m

Dislivello: 140 m

Orario andata: 0.30/1 ora

Orario ritorno: 0.30/1 ora

Difficoltà: E

Segnaletica: itinerari n. 419, 420

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Sorpresa: c’è un canyon nel bosco

Da Tallacano alla Tassinara (Sasso Spaccato) per San Pietro

Discesa: stesso itinerario

Accesso

Prendere
la vecchia Salaria (uscire ad Acquasanta se si proviene da ovest oppure
dopo Mozzano se si proviene da est). Nei pressi di Centrale, prendere
per Tallacano e seguire questa strada fino al paese. Parcheggiare nello
slargo all’inizio del borgo.

Commento

Degli
itinerari della guida, questo è il più breve. Breve ma non meno
interessante: la prima parte è su sentiero, fino alla pittoresca chiesa
di San Pietro, la seconda è su pista, fino alla Tassinara, un “canyon”
conosciuto anche col nome di “Sasso Spaccato”.

La
chiesa racchiude alcuni affreschi che fino a poco tempo fa erano alla
mercè degli eventi atmosferici poiché il tetto era crollato.
Giustamente l’Amministrazione provinciale ha di recente finanziato il
restaurato dell’edificio e degli affreschi. Attualmente la chiesa è
chiusa. Suggestive sono le storie che si raccontano in paese
sull’origine delle scritte scolpite sulle pareti all’interno del
canyon. Una leggenda vuole che i ricchi erano soliti nascondere i loro
averi sottoterra. Una volta raggiunto il luogo che reputavano
opportuno, facevano scavare al servo una buca e nascosto il tesoro gli
rivelavano la parola d’ordine. Il servo, che da lì a poco sarebbe stato
ucciso, era incaricato di vigilare sul tesoro e di far avvicinare
solamente colui che era in grado di indovinare la parola d’ordine
ascoltata poco prima.

Ciò garantiva al ricco l’accesso esclusivo alle sue ricchezze. Le scritte intagliate indicano i nomi dei servi uccisi.

Più
realisticamente, sembra invece che le scritte indichino i nomi dei
morti di colera durante una delle ultime epidemie ottocentesche, qui
seppelliti dai paesani. Purtroppo le pareti sono state recentemente
utilizzate per i soliti, inutili graffiti…

Relazione

Dal
parcheggio (660 m), si continua sulla strada bianca che dirige a Poggio
Rocchetta. Dopo circa 100 m si lascia la strada per salire a sinistra
l’evidente mulattiera che risale il versante (419). Con larghe svolte e
belle vedute sulla sottostante frazione, si raggiunge il piccolo
altipiano preceduto dalla chiesetta di S. Pietro (764 m, fonte, 0.15
ore). Superata la chiesetta si incrocia una pista; la si segue verso
sinistra. Dapprima si costeggiano piccole zone ancora coltivate poi si
entra nel bosco dove si raggiunge un bivio (801 m, 0.10 ore). Si
continua in piano (itinerario n. 420 – questo tratto coincide con
l’acquedotto del Pescara) e in breve si raggiungono le due alte pareti
di arenaria, perfettamente verticali, tormentate da fori e fratture
(800 m, 0.10 ore).

Le incisioni dovute all’opera dell’uomo si trovano in basso a destra verso il termine del piccolo canyon.

Andata e Ritorno

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Tallacano visto dall’alto; sullo sfondo i Monti Gemelli

In basso: la chiesa di San Pietro restaurata

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Tallacano

Non
è escluso, secondo Cognoli, che il toponimo derivi dal nome della
nobile famiglia ascolana dei Tagliacane, come attestato da inventari e
documenti, in cui si parla di “villa Taliachani” o, a proposito della
chiesetta di S. Pietro, detta di “Tagliacano”. “Il nome della villa
compare sul Bollario vescovile nel 1331 quando avviene il passaggio
della chiesa di S. Pietro in Tallacano dall’amministrazione di Donno
Filippo, priore della chiesa di S. Tommaso di Ascoli, ai chierici
locali e a Gentiluccio di Antonio da Quintodecimo. La buona
organizzazione sociale di Tallacano è evidente nel 1356, quando gli
uomini della villa, uniti a quella di Rocchetta, nominano loro
procuratore, in Perugia, Nicola Tiberucci nella causa contro Marino
dell’Ordine agostiniano, per fatti concernenti l’hospitale di S.
Giorgio di Salmacina”. Nel ‘500 inoltre si ricordano le liti con
Venamartello, prima per la proprietà del M. Savucco, poi per i
privilegi della chiesetta di S. Pietro.

Tallacano
è un borgo suggestivo dove le antiche case, abbarbicate su speroni
rocciosi, si stringono le une alle altre. Nel corso dei secoli ha avuto
due chiese: la citata chiesa parrocchiale di San Pietro, sita fuori
dalla villa, che dal 1621 viene assoggettata a Farfa, e la chiesa
dentro il paese di S. Maria Annunziata. Quest’ultima fu fondata dai
Canonici Lateranensi il 31 ottobre del 1400 e per questo doveva a San
Giovanni in Laterano “mezza libbra di cera ogni anno nel giorno di
Pasqua”. Tuttavia, a causa di una controversia, anch’essa verrà
assoggettata a Farfa nel 1621.

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La Tassinara oppure Sasso Spaccato