
In Italia, una delle voci più autorevoli in materia di gestione di ungulati è proprio quella del direttore del Parco, Franco Perco, a cui affidiamo, in queste poche righe, una risposta a quanti hanno paventato danni e problemi imminenti per le popolazioni locali: “I monti Sibillini sono, in Italia, una delle 24 aree di eccellenza naturalistica; e per questo sono un Parco Nazionale. E qui gli ambienti naturali e selvatici davvero non sono pochi. Definirlo quale zona antropizzata significa ignorarne i pregi e le qualità: davvero si pensa che migliaia di turisti visitino questo Parco per trascorrere il loro tempo libero in un ambito artefatto, privo di fascino naturale? La presenza significativa del Lupo – prosegue il direttore – sembra decisiva per descrivere l’importanza di questa area protetta. In questo contesto, la reintroduzione del Cervo accresce la naturalità dell’ambito. Il Cervo c’era anche in tempi recenti. E può, grazie ad un progetto europeo, ritornare ad essere apprezzato da escursionisti e semplici visitatori come abbiamo già fatto. Creerà problemi? Li risolveremo e non sarà difficile.”.
Perco, infine, evidenzia gli aspetti positivi del progetto di reintroduzione del Cervo nei Sibillini: “il Cervo è una grande risorsa, d’immagine e di “selvaticità”. Che non c’entra, per nulla, con la “Wilderness”, la Natura incontaminata, dato che i Sibillini devono trovare un nuovo equilibrio fra naturale e umano. Pecore ma anche Cervi: questa è la ricetta. Per i residenti e per chi ha a cuore la Natura e vuole vederla conservata.”.
Perco, infine, evidenzia gli aspetti positivi del progetto di reintroduzione del Cervo nei Sibillini: “il Cervo è una grande risorsa, d’immagine e di “selvaticità”. Che non c’entra, per nulla, con la “Wilderness”, la Natura incontaminata, dato che i Sibillini devono trovare un nuovo equilibrio fra naturale e umano. Pecore ma anche Cervi: questa è la ricetta. Per i residenti e per chi ha a cuore la Natura e vuole vederla conservata.”.