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Itinerario 7

Località di partenza: Novele 520 m

Località di arrivo: Peracchia 880 m

Dislivello: 360 m

Orario salita: 2.30/3.30 ore (1.30 ore in più con la variante per Sasso Miglio)

Orario discesa: 1.45/2 ore

Difficoltà: E

Segnaletica: itinerari n. 411, 412

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L’antico sentiero della valle

Da Novele a Peracchia

Discesa: stesso itinerario

Variante: per Sasso Miglio

Accesso

Dalla
Salaria, all’altezza di Quintodecimo, prendere per Novele. La stretta
stradina asfaltata dopo varie curve e tornanti si distende prima di
raggiungere la frazione. Circa 200 m dopo l’ultimo tornante parte,
sulla sin, una larga traccia. Parcheggiare nelle vicinanze. È possibile
anche proseguire in auto e parcheggiare nei pressi della chiesetta di
Novele, per poi tornare al punto in cui parte la traccia.

Commento

Uno
dei più bei sentieri dell’area, nonostante lo sfacelo a cui nella parte
iniziale è stato sottoposto in seguito all’apertura della strada di
accesso ai castagneti. Molto suggestivi quando l’acqua è abbondante
(aprile-giugno) gli affacci sul fosso ed i suoi laghetti nella prima
parte del sentiero.

L’itinerario, nel
primo tratto, si sviluppa in corrispondenza della valle del torrente
Novele. Tutto il percorso è caratterizzato da boschi di querce,
castagni e vaste leccete. Da segnalare la presenza del pungitopo
(specie protetta), nonchè dell’erica, del ginepro e della ginestra.

Itinerario
prevalentemente di bosco, non è privo di affacci panoramici sul gruppo
della Laga. Consigliamo di abbinare alla gita una visita al suggestivo
insediamento di Sasso Miglio, che richiede circa un’ora di cammino in
più, tra andata e ritorno. Si tratta di una serie di vecchie
costruzioni, ora poco più di ruderi, posti alla base di un’imponente e
strapiombante parete rocciosa. È un’ulteriore testimonianza della
contesa di spazi, da parte dell’uomo, ad una natura aspra ed
inospitale; qui infatti gli abitanti di Peracchia si recavano a
coltivare, tra l’altro, anche vigneti che, grazie all’esposizione a
sud, il versante riusciva a produrre.

Si tratta di un percorso di media lunghezza adatto a tutti.

Relazione

Imboccata
la pista (525 m circa), dapprima si risale poi si continua a traversare
in piano oltrepassando il fosso, un vecchio lavatoio (attenzione, zone
impaludate) e, aggirato un crinale, si raggiunge il fosso di Novele,
attraversato da un ponticello in cemento. Oltre il ponte si volge a
destra tenendosi in prossimità del fosso. Ora su inclinate e suggestive
cenge d’arenaria, ora su prati, il sentiero costeggia e risale il fosso
che in basso a destra forma cascatelle e laghetti fino a traversarlo in
prossimità della convergenza di una pista proveniente dall’altro
versante (556 m). A questo punto si segue la pista che risale il
versante poi prosegue parallela al fosso, e lo traversa in
corrispondenza di un canale dell’Enel. Qui si lascia la pista per
prendere il sentiero che, fiancheggiando il canale, si tiene sul
versante destro del fosso. Si risale il fondovalle tenendosi a volte
sul fondo a volte sui suoi lati. Il sentiero, sempre evidente e
riconoscibile, si alza progressivamente fino ad un crinale che divide
in due la valle. Ci si porta sul lato destro e si continua fino ad
incontrare una pista che scende ripida verso il basso. La si traversa
continuando su sentiero fino a toccare nuovamente il corso d’acqua
(vecchia croce di ferro, bivio) nei cui pressi è il bivio per Sasso
Miglio (840 m, 2.15 ore). A sinistra, si prosegue per Peracchia, ormai
vicina, che si raggiunge in pochi minuti (871 m, 0.10 ore).

Variante per Sasso Miglio

In
corrispondenza della vecchia croce in ferro che si incontra sotto
Peracchia (840 m), parte a destra (sinistra, se si scende) un
sentierino (sentiero n. 412) che costeggia alcuni orti, traversa il
fosso e risale il versante opposto. Tra lame d’arenaria, ripidi
versanti scoperti e boschi, il sentiero traversa due profondi fossi,
poi, aggirato un crinale, giunge alle grandi pareti gialle sotto cui si
trovano i ruderi. A valle di questi, pendii detritici testimoniano
frane anche recenti. Il percorso continua a traversare il successivo
fosso poi si perde tra la vegetazione (830 m circa, 0.45 ore). Per il
ritorno (stesso itinerario) considerate lo stesso tempo dell’andata.

Andata e Ritorno

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Peracchia

“Il
professore universitario americano Camillo Peracchia, di origine
italiana, attesta che il nome di questa villa, come quello di altri
otto paesi in Italia, è legato ad un sommo Sacerdote israelita emigrato
in occidente dopo la diaspora ebraica”. (Cognoli V., 1993).

Sempre
secondo Virginio Cognoli, nel 1394 venne edificata a Peracchia una
chiesa intitolata a S. Maria, mentre una seconda chiesa dedicata ai SS
Giovanni Battista, Evangelista e Antonio venne edificata nel maggio
1472. Entrambe le chiese furono legate ai canonici lateranensi da un
censo annuo di una libbra di cera da consegnare il giorno di Pasqua.

La
diretta dipendenza lateranense delle due chiese fece sì che Peracchia,
insieme a Capodirigo, fosse destinata ad ospitare officiatori,
cappellani e rettori alcuni dei quali vengono ricordati per le generose
donazioni fatte alle due chiese.

Secondo i documenti la chiesa di S. Maria venne riedificata nel 1587 da un maestro lombardo, tale Jacobo della Piazza o Pranza.

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Un affaccio lungo il sentiero

L’insediamento di Sasso Miglio

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Lungo il fosso di Novele

La chiesetta di Novele

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Novele

Questo
paese nei documenti risulta denominato con numerosissime varianti, ma
probabilmente il suo nome deriva dal latino Novalis che suggerirebbe
l’indicazione di un nuovo territorio aggregato ad un altro, a seguito
della donazione di proprie decime. Già nel del Trecento, prima della
costruzione dell’incasato di Novele, la zona era conosciuta per una
chiesetta denominata S. Egidio de Rometoria precedentemente intitolata
a S. Vito. Qui, secondo gli studi compiuti, si trasferì un gruppo di
eremiti di S. Egidio provenienti da un vecchio eremo presso Cignano.

Nella
toponomastica la zona risultava all’epoca denominata Colle de Morrice
poiché la villa di Novele non era ancora esistente, mentre nel
Quattrocento risulta ben inserita nella vita amministrativa del
Sindicato di Quintodecimo. Come nella zona di Favalanciata, il
territorio fu sottoposto alle tassazioni imposte dai Cavalieri di
Malta, ma le loro richieste furono qui più sostenibili e vennero sempre
soddisfatte senza creare sommosse.

Nel 1627 il
consiglio decise di edificare un oratorio intitolato a S. Egidio dentro
il paese e il pievano di Quintodecimo, Vincenzo Vagnolino ottenne
l’autorizzazione dal Vescovo Sigismondo Donati.

(Cognoli V. – 1993)