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Descrizione itinerario

tracciato del persorso descritto

Descrizione itinerario

tracciato del persorso descritto

  • Dislivello: 280 m
  • Tempo ore: 1.45
  • Difficoltà: E
  • Segnaletica: Bacheca descrittiva alla partenza e arrivo, lungo il percorso paletti il legno con indicazioni di percorrenza e distanza con vernice bianca e rossa.
  • Rilievi Carta IGMI Ediz. 5 1: 25.000 Foglio 133 Ascoli – 134 Giulianova

Monumento ai partigiani, dove inizia il sentiero
Casa della famiglia Di Liborio (Picc Rusce).
Finestra della camera dove Carlo Grifi fu ucciso.
Prima caciara che s’incontra lungo il sentiero. Sullo sfondo il Monte Vettore Da qui ha inizio il sentiero …
Da Ascoli Piceno si prende la strada provinciale SP76 e si sale fino al Colle San Marco (m 704), altipiano calcareo di travertino che sovrasta la città sul lato sud, una località coperta da boschi misti di castagni, querce, noccioli, ciliegi e una varietà diversa di fiori e arbusti. Il tragitto è di circa 11 Km, e prima dell’ultima curva che immette sul pianoro si giunge al monumento dei caduti per la Resistenza foto 1 che sale costeggiando, per un breve tratto boschivo, il fosso Grancaso in direzione sud/ovest per raggiungere poi in pochi minuti una strada brecciata in prossimità della casa detta di “Picc Rusce. Si transita sulla strada brecciata per circa 300 m, poi si taglia per un vecchio sentiero sulla destra, netto e di facile percorrenza, che si snoda tra muri in pietra a secco. Salendo, sulla destra s’incontra una prima “caciara parzialmente diroccata.

Vecchio acquedotto che serviva ascoli alcuni anni fà.
Seconda caciara, atipica in quanto fornita di una sorta di Dromos come ingresso.
La quercia dove si devia per addentrarsi
Terza caciara dove per l’ultima volta
Uno dei tanti muri a secco.
Dopo 10 minuti di cammino si giunge ad uno slargo dove c’è il serbatoio del vecchio acquedotto che serviva la città a quota m 772. Proseguendo sul tracciato comodo e largo si ha modo di osservare sulla sinistra di chi sale muri a secco di pietra di travertino, testimonianza di terreni preparati per coltivazioni conservazione che sovrasta detti muri. Dopo circa 1000 m dallo slargo del serbatoio si devia di netto dal sentiero verso sinistra, in direzione sud/est per un breve tratto fino ad incontrare una grossa quercia. Ora bisogna prendere il sentiero che si trova di fronte alla quercia e che s’inoltra dentro il bosco in direzione sud/est. Si sale per oltre 500 m fino ad incontrare un sentiero trasversale. Qui, andando verso est, alla nostra sinistra, si andrebbe verso il Colle di Lisciano, ma noi dobbiamo andare alla nostra destra, verso sud/ovest. Lungo il cammino, dopo circa 400 m, a quota m 834, si passa accanto ad una terza “caciara, quella che è stata luogo di riparo dei partigiani Serafino Cellini e Alessandro Panichi. Ora in questa zona la vegetazione è abbastanza fitta, ma si notano ancora i muri a secco, costruiti con sapienza e fatica, che servivano ad ottenere terrazzamenti per la coltivazione e che ci fanno capire quanto potesse essere faticoso il lavoro nei piccoli appezzamenti in montagna.

La variegata e fitta vegetazione
Quarta caciara, una delle più grandi che
Il verde prato della Piana di Vene Rosse
La vecchia croce,
 Il nostro sentiero prosegue salendo tra vegetazioni variegate, ginestre, ciliegi, pini e fiori. 916, si giunge ad una quarta “caciara” in ottimo stato di conservazione e molto più grande delle altre incontrate. In questo punto s’incrocia una pista vecchia. Si prosegue andando verso destra direzione sud fino ad arrivare ad una piana (Pian rann) che si attraversa andando in direzione est. Dopo aver attraversato un tratto di bosco si giunge ad una croce di legno (di recente sostituita). Questo è un punto di riferimento inserito nelle carte IGM, è Monte Vena Rossa, e siamo giunti a quota di m 948. Dalla partenza abbiamo percorso 3150 m impiegando circa 1 h e 45’.

Vista panoramica, dall’appostamento
Cippo che ricorda l’uccisione dei partigiani del 3 ottobre 1943, in prossimità della SP76 per S. Giacomo. Da qui, per raggiungere il cippo in memoria dei caduti per la Libertà, che si trova in prossimità della SP76, si va verso sud/ovest attraversando la piana per ca. 700 m, quindi si risale un promontorio (luogo strategico ottimale dove avvenne l’appostamento della mitragliatrice dei partigiani a 984m), da cui, in belle giornate, si possono ammirare con una visuale a 360° eccezionale sia il mare, sia le montagne circostanti, sia le valli del Tronto e del Salinello. Riscendendo dal promontorio si incontra, tra i pini, un’ultima “caciara che fu luogo di ricovero di tutti i partigiani e gli inglesi che passarono in quella zona, poi, seguendo la carrareccia molto ben visibile, che costeggia la base del monte Giammatura … si giunge al cippo che ricorda l’uccisione dei Partigiani di quel fatidico giorno 3 ottobre 1943, in prossimità della SP76 che collega Colle San Marco con San Giacomo.

Marco Morganti