INAUGURATO IL BIVACCO ZILIOLI
Domenica primo agosto ha ricevuto la sua inaugurazione ufficiale il nuovo bivacco Zilioli sul Vettore, cima più alta dei monti Sibillini in territorio arquatano.
Nella mattina sul suo panoramico terrazzo è stato tagliato il nastro e sono state scoperte sia la nuova targa che quella originale in travertino, ricollocata sulla spalla di pietra del vecchio bivacco che sorregge il nuovo. Un vento di oltre 100 chilometri orari ha ricordato ai partecipanti l’importanza di un riparo accogliente in uno dei siti più esposti alle intemperie del Centro Italia.
Nel pomeriggio, con tutte le precauzioni sanitarie, la sala polifunzionale di Pretare ha ospitato i protagonisti di una bella impresa collettiva che ha restituito al territorio un bene comune, condensata in un toccante video del fotografo Pierluigi Giorgi. “Lo Zilioli deve diventare un luogo aggregante e generativo, capace di tirare fuori le capacità abilitanti della comunità, che intorno al bivacco si è riunita e messa in gioco”, ha sottolineato Marco Perosa, Direttore area strategia della Fondazione Carisap, capofila del partenariato finanziatore con Avis provinciale e Società Alpinisti Tridentini.
Con la Sezione CAI ascolana, proprietaria del bivacco, e i finanziatori hanno partecipato alla coinvolgente cerimonia anche il Comune di Arquata, la comunanza agraria di Pretare che donó il terreno, la ditta EdilNicoletti di Trento, l’arch. Valeriano Vallesi che ha offerto gratuitamente il progetto e la direzione dei lavori, i professionisti che a vario titolo hanno contribuito, il Soccorso Alpino, la famiglia di Tito Zilioli, giovane alpinista ascolano caduto sul monte Vettore cui il bivacco è dedicato. “Nella mia famiglia era sceso il silenzio sulla morte di Tito” ha detto l’avvocato Tito Zilioli, nipote e omonimo dell’alpinista, dopo aver raggiunto il bivacco con i familiari che hanno donato una targa di ringraziamento.
Restaurata gratuitamente da Irene Maturi della Coobec di Spoleto, è stata anche riconsegnata alla sezione CAI la pergamena che i padri fondatori nascosero nella prima pietra sulla Sella delle Ciaule a 2250 metri di quota, dove mastri muratori arquatani eressero il primo rifugio oltre sessant’anni fa grazie ai fondi raccolti da un comitato promotore ascolano.
“Oggi in questa straordinaria opera corale ci sono il passato il presente e il futuro, le Marche e l’Umbria, l’Abruzzo il Veneto e il Trentino: nel bivacco c’è un po’ di tutti noi” ha commentato commossa la Past President del CAI Ascoli Paola Romanucci, determinata fautrice dell’opera.
La parte invernale del bivacco, a disposizione per emergenze già da gennaio, è molto apprezzata dagli appassionati che vi pernottano nelle stellate notti estive sul monte Vettore. A breve sarà disponibile anche il locale chiuso, su prenotazione tramite piattaforma telematica sul sito www.caiascoli.it
Foto di Pierluigi Giorgi, diritti riservati.