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ESCURSIONE NO SIGNAL – LA “VIA RANNA” TRAVERSATA MACCHIE PIANE – CAPRICCHIA

 

DOMENICA 31 LUGLIO 2022

TRAVERSATA DELLA “VIA RANNA” DA MACCHIE PIANE A CAPRICCHIA 

La prima volta che ho sentito parlare della “via ranna” ero in compagnia di Maurizio Calibani e ci trovavamo in località Balzi Classette, sopra la valle del fosso di Selvagrande che separa Pizzo di Moscio dal Monte Gorzano. Eravamo nella seconda metà degli anni 80 e a quei tempi la famiglia del CAI ascolano era impegnata nella stesura della prima carta escursionistica dei Monti della Laga, mentre Maurizio, insieme a Tonino Palermi e Alberico Alesi stava simultaneamente lavorando alla guida, quella che poi sarebbe stata pubblicata qualche tempo dopo l’episodio che sto raccontando e che si distingueva per la copertina gialla. 
Quel giorno, durante una delle tante perlustrazioni, avevamo incontrato un pastore originario della zona e Maurizio ne aveva approfittato per intervistarlo e carpirgli qualche aneddoto e/o informazione utile da poter inserire nella futura guida.  
E fu quel pastore a spiegarci che quella diagonale verde che si vedeva sulla parete di fronte del versante di solagna che unisce Pizzo di Moscio a Cima Lepri era proprio la “via ranna”, come veniva definita dai pastori e dalle persone del posto. Ci spiegò che si trattava di una vecchia via di collegamento che univa gli stazzi di quel versante che tagliava tutta la montagna e che si andava poi a ricongiungere con il tracciolino di Annibale e che prima di arrivare all’omonima forca passava per una sorgente che portava l’acqua tutto l’anno che si chiamava “fonte ranna”. Non seppe dirci se la via prendeva nome dalla fonte o viceversa. 
Maurizio ovviamente glielo chiese.  M.N. 

NO SIGNAL è una serie di tre escursioni del programma 2022 della Sezione su itinerari privi, del tutto o in parte, di segnaletica di vario tipo (segnavia bianco rossi e cartelli su pali). Ribaltando un luogo comune il punto di vista che si propone vede nell’assenza di segnali (no signal) una sorta di valore aggiunto che rende quel percorso più attraente e appetibile. La provocazione, perché di questo si tratta, ha l’obiettivo di avviare una riflssione sulla mania, sempre più diffusa, di apporre timbri, marchi, cartelli su qualsiasi tipo di tracciato escursionistico in modo del tutto acritico e superficiale, replicando in montagna un modello di segnaletica stradale che è proprio dei sistemi urbani e della viabilità ordinaria. 

Maggiori dettagli nel link alla relazione