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L’area del Monte Ceresa e la Conservazione della Biodiversità

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La Rete Natura 2000, le Aree Floristiche, i Parchi Nazionali e le Emergenze.

CERESA_00290_optIstituita dall’art. 3 della “direttiva habitat”  92/43/CEE del 21 maggio 1992, Natura 2000 è una rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità sull’intero territorio dell’Unione Europea.
Tali aree, denominate ZSC (Zone Speciali di Conservazione, corrispondenti ai proposti Siti di Importanza Comunitaria, pSIC, riconosciuti dopo la prima fase di istituzione della rete) e ZPS (Zone di Protezione Speciale, “direttiva Uccelli” 79/409/CEE), hanno lo scopo di garantire la presenza, il mantenimento o il ripristino di habitat e specie del comparto europeo, minacciati di frammentazione ed estinzione.
Nel nostro territorio insistono ben quattro pSIC caratterizzati come segue:
Monte Ceresa n. 70: individuato alle quote maggiori del Monte Ceresa, questo sito è interessato per gran parte da foreste caduche di faggio (Fagus sylvatica) dove si ritrovano frequentemente tasso (Taxus baccata) ed agrifoglio (Ilex aqufolium); tali cenosi forestali sono interrotte da pascoli localmente caratterizzati dal nardo (Nardus stricta); non a caso in tale area è stata istituita anche l’Area Floristica 101, ai sensi della l.r. 52 del 30/12/1974 recante norme per la protezione delle specie floristiche rare o in via di estinzione;_DSC1993_optFiume Tronto tra Favalanciata e Acquasanta Terme n. 74: si tratta di una zona con densa copertura forestale, sita sulla destra orografica del fiume Tronto tra Favalanciata ed Acquasanta Terme caratterizzata, nel tratto in comune con il comprensorio del Ceresa, da foreste alluvionali  residue di ontano nero (Alnion glutinoso-incanae);
Lecceta di Acquasanta Terme n. 73: compresa nella zona antistante agli abitati di Acquasanta Terme e Santa Maria, per il novanta per cento è rappresentata da foreste extrazonali di leccio (Quercus ilex) insediate su arenarie e marne esposte a solatio; le restanti aree su substrato calcareo ospitano prati in cui si possono osservare stupende fioriture di orchidee;
Colle Galluccio n. 68: di elevatissima diversità vegetale e con specie fitogeograficamente molto significative, si articola in lembi di faggeta e prati falciabili interrotti da cenosi di invasione a nocciolo e pioppo tremulo; da rilevare le bellissime fioriture di orchidee e la presenza di numerose sorgenti che localmente danno luogo a torbiere di notevole rilevanza per tutto il comprensorio appenninico; anche in quest’area la Regione Marche vi ha istituito un’Area Floristica ai sensi della l.r. 52/74.
A confermare la rilevanza ambientale del territorio del Monte Ceresa, nel PPAR (Piano Paesaggistico Ambientale Regione Marche) sono stati individuati i seguenti gradi di tutela:
Emergenze Botanico-vegetazionali n.82 di eccezionale interesse (“BA”), n. 26 di grande interesse (“BB”) e varie aree di notevole interesse (“BC”);
Emergenza Geomorfologia n. 64 Valle dell’Acero – fosso della Pianella che dall’Aia della Regina, si spinge fino ad Arquata del Tronto;
Aree di eccezionale e rilevante valore paesistico-ambientale (“A”, “B”) ed aree di qualità diffusa (“C”).
_DSC2159_optInfine, per completare il quadro di tutela di un territorio a grande valenza ecologico-naturalistica, vanno ricordati i due Parchi Nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga e dei Monti Sibillini che ne definiscono i limiti nella parte occidentale, a sud il primo e a nord il secondo.

I Tipi Forestali
Questo territorio, unico per storia e natura, racchiude in sé una diversità forestale di tutto rispetto vantando addirittura ventiquattro tipologie forestali (Inventario Forestale della Regione Marche).
In funzione di esposizione, altitudine, grado di disturbo ed assetto colturale, queste coprono la gran parte del territorio dando vita a cenosi vegetali uniche per l’intero sistema marchigiano.

Didascalie. In alto: Betulle nella zona di Pizzo Cerqueto, al centro: faggio modellato dal vento sul passo di Galluccio, in basso: un esemplare secolare di castagno vittima del “Mal d’inchiostro”