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2° incontro del ciclo “Uomo e Natura”

Venerdì 8 marzo: 2° incontro del ciclo “Uomo e Natura”

Qual è il rapporto tra pensare e camminare? La filosofia è nata in cammino. Si è perfezionata con Socrate nelle strade di Atene, nelle dispute sotto i portici dell’Accademia di Platone, nei giardini di Epicuro, nelle agorà di Alessandria e, in seguito, nella quiete dei chiostri monacali. Demetrio non si limita a rintracciare i momenti più suggestivi di tale storia, i più poetici o densi di religiosità peregrinante. Suggerisce piuttosto di riscoprire il piacere del camminare meditabondo, per gustare quel che sentieri e strade secondarie riservano a chi pratichi l’arte dell’attenzione, senza preoccupazione per un itinerario prestabilito, per ripensare alla propria esistenza e guardare con occhi diversi le cose e il mondo.

Filosofia del Camminare

Duccio Demetrio (già professore ordinario di Filosofia dell’educazione all’università Bicocca di Milano), nell’ottobre dello scorso anno, si è dimesso dalla sua università per dedicarsi interamente alla scrittura, al camminare, alla meditazione mediterranea. Dopo aver superati i fatidici cinquant’anni ha lasciato i compiti ordinari ed è passato alla capanna nella foresta a dedicarsi tutto alla ricerca di se stesso senza isolarsi dal mondo. Motivi di una ricerca personale che iniziava con il libro Raccontarsi (1996), per proseguire con L’ educazione interiore (2000), con l’invenzione della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Ar). Demetrio ha poi proseguito in questo disegno esistenziale che l’ha condotto, nel 2010, a fondare Accademia del silenzio. Inoltrarsi nei suoi scritti significa introdursi nella molteplicità dei temi e degli echi filosofici e poetici della condizione umana. Si deve infatti attraversare per forza lo spiazzante Elogio dell’immaturità (1998) assieme alla Pedagogia della memoria (1998); per approdare ai rivelatori Di che giardino sei? (2000) alle intimità aperte di Album di famiglia (2002) e all’Autoanalisi per non pazienti (2003), raggiungere poi se stessi a piedi grazie ai segnavia di Filosofia del camminare (2005), testo-guida dal quale diramano dense le tappe successive: la difesa delle virtù di un sentimento come la timidezza, ne La vita schiva (2007), la provocazione di L’educazione non è finita (2009), le buie illuminazioni di Ascetismo metropolitano (2009) o di L’ interiorità maschile(2010) e di Perché amiamo scrivere(2011), e, ancora, rintracciabile ne I sensi del silenzio (2012).