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corso di formazione

I corsi di formazione alpinistica

o come diventare un alpinista in pochi mesi partendo da zero Nel 1972 l’Ascoli calcio aveva diecine di migliaia di tifosi, l’alpinismo cittadino una dozzina di fans: il football, si sa, solleva passioni di massa. Ma era (è) difficile capire perché si preferisca guardare atleti ben pagati ripetere l’eterno schema delle fasce laterali al vivere in prima persona l’alba fuori dal rifugio, l’avventura della parete, il silenzio delle cime. A meno che di albe, avventura e silenzio manchi l’offerta e quindi la possibilità. I corsi di formazione sono nati da qui, da un discorso su questi temi con Tonino Ambrosi… Leggi tutto »I corsi di formazione alpinistica

mauro calibani

Stile libero

Vedevo mio padre buttare la corda per terra, il rumore delle ferraglie, il casco, e la sua faccia era così felice, tutto si svolgeva come un rito nel corridoio di casa nostra, avevo 4/5 anni al massimo,sentivo i racconti delle sue salite, e mi attraeva l’idea, ero fremente della speranza di poterci un giorno andare anch’io. Negli anni a seguire li ho messi in croce i miei genitori, ma mia madre fu tassativa:”tu te lo scordi, l’alpinismo è pericoloso, non è una cosa per bambini”. In me fermentava la rabbia, sentivo proprio qualcosa di vero dentro. Giuro, sapevo che un… Leggi tutto »Stile libero

polimenti

La spedizione “superleggera” in Asia Minore

Insieme a Giancarlo Tosti, quel ragazzo con qualche anno più di me Erano trascorsi appena due anni dal rientro dall’M6, che già l’entusiasmo per questo genere di imprese extraeuropee spingeva alcuni dei protagonisti di quella stessa spedizone a progettare un ritorno in Afganistan con l’obiettivo di salirvi un altro seimila. Così iniziò il nuovo progetto per quella che si sarebbe chiamata “Spedizione Ascoli 75” per la quale ero stato chiamato a fare parte ma non di certo per la mia esperienza alpinistica; all’epoca avevo salito solo il Bianco e altre tre cime da 4000 metri durante l’accantonamento finale del primo… Leggi tutto »La spedizione “superleggera” in Asia Minore

rino odoardi

Tour de France

Mi chiamo Rino. Sono di Ascoli Piceno. Vi dico subito che alla fine del racconto nessuna cima è stata raggiunta, così poi non ci rimanete male. Tutto inizia e finisce nel maggio 1994 siamo io, Enrico e Stefano tutto faceva presagire ad una bella gita e così fu. Apro gli occhi, il legno mi circonda, è confortevole il Refuge de l’Alpe du Villar d’Arene, partiamo per raggiungere il passo di Cordier ma…. zero termico a quattromila metri, troppo caldo e le screpolate cornici incombenti non ci permettono di “svalicare”. Prima di tornare sui nostri passi, per non perdere la giornata,… Leggi tutto »Tour de France

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Il Gruppo Alpinisti Piceni

La sola roccia che conoscevo, quando venni ad abitare ad Ascoli, era quella degli scogli del Passetto, ad Ancona, dove avevo imparato a nuotare. E fino a 13 anni non avevo mai visto nemmeno le montagne, dalle quali fui subito attratto. L’ebbrezza dello sci, quella si l’avevo provata, attaccato a mio padre che sciava (sci di hickory con attacchi fissi e bastoncini di bambù), in un anno di particolare innevamento, sulla ripida via Battisti di Ancona. Fu ancora mio padre a farmi conoscere la montagna portandomi a sciare, nel 1951, sulla Montagna dei Fiori; fino al San Marco, dove terminava… Leggi tutto »Il Gruppo Alpinisti Piceni

stefano

Ferie per i quinti

Mi sono preso due turni di ferie per partecipare all’ultimo corso di arrampicata del CAI. Due turni bruciati per andare a scalare sul quinto grado. E responsabilità, spiegare sempre gli stessi nodi e piagarmi le mani per issare su dei principianti. Devo a me stesso una spiegazione per cui faccio tutto questo, altrimenti mi sentirei rincoglionito, invecchiato, io che ho passato più di 20 anni a cercare il limite in ogni situazione d’arrampicata. E il bello è che mi diverto sui quinti gradi, e niente di tutto ciò si deve fare ad un corso CAI mi risulta un sacrificio. Andando… Leggi tutto »Ferie per i quinti

grande di gorzano

Ghiaccio del Sud

“Per anni siamo passati nelle valli senza nemmeno notarle: oggi le loro brevi strutture rappresentano per noi una magnifica avventura esplorativa e conoscitiva; a volte l’ostinazione a cercare nella grande dimensione ci priva della capacità di vedere la piccola e di essere altrettanto felici su di essa”. Questa frase è stata scritta da quello che è stato il più grande ghiacciatore italiano, Giancarlo Grassi, lo stesso che, dopo aver firmato le più grandi salite su ghiaccio delle Alpi, l’inventore dell’Hipercouloir, del Supercouloir, del Fantacouloir, dell’Overcouloir e delle più fantasmagoriche salite su ghiaccio del Monte Bianco, è venuto poi a morire… Leggi tutto »Ghiaccio del Sud

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Agner

Agosto 2008, giornata uggiosa in Dolomiti, con Daniele e Max ci dilunghiamo in chiacchiere al nostro campeggio di fortuna in val Corpassa. Di fronte a noi, ormai in tarda mattinata, due francesi escono dal camper e iniziano a preparare lo zaino: qualche rinvio, circa trenta metri di corda, imbraghi minimalisti, tuta alare, casco e paracadute. Li immaginiamo diretti alla Torre Trieste a fare base jumping e i nostri discorsi si spostano sul nostro modo di vivere la montagna, fatto di zaini più pesanti (con trenta metri di corda, al massimo, ci facciamo tiro alla fune) e di un’attività più distesa… Leggi tutto »Agner

Ares Tondi

I miei odori di montagna

È da molto tempo che devo riordinare il mio materiale. Mia moglie me lo ripete da ormai due mesi, ma solo questo pomeriggio ho trovato la voglia di scendere in garage. Mi sono seduto su una sedia da scuola materna, che mio figlio utilizzava alcuni anni fa, e ho iniziato a fare mucchietti di moschettoni, cordini, chiodi ecc. Il tutto è contenuto in sei diversi zaini e tra attrezzi per scialpinismo, salite su ghiaccio, salite su roccia e soccorso alpino mi accorgo di quante cose non adopero. Ma non mi va di disfarmi di alcun pezzo. Tanto penso sempre che… Leggi tutto »I miei odori di montagna

enrico1

Storie dal paradiso

28 aprile ‘96 – “Al rifugio Federico Chabod” Siamo arrivati all’Alpe Pravieux, sono dieci ore che siamo in viaggio e non vediamo l’ora di sgranchirci le gambe, ci aspettano 900 metri di dislivello e uno zaino che sicuramente supera i dieci kappagi. In circa un’ora siamo giù organizzati, nel frattempo il peso nello stomaco è aumentato, quello strano sformato di mele di Teresa si è messo nello stomaco come un blocco di granito. Il sentiero comincia a tirare presto e dopo un‘ora di zig-zag siamo all’Alpe di Lavassey, dove finalmente sotto un pallido sole pomeridiano, possiamo calzare gli sci e… Leggi tutto »Storie dal paradiso