Itinerario MTB 2
Distanza: 24.4 km - percorso 2 - 17.0 km - percorso 2a
Altitudine: 390 - 810 m
Dislivello in salita: 490 m
Dislivello in discesa: 490 m
Tempo totale necessario: 2.30/3 ore percorso 2 – 1.45/2,15 ore percorso 2a
Difficoltà: percorso medio - facile, sempre pedalabile, dove occorre avere una buona preparazione di fondo per superare, senza difficoltà, la salita “a freddo” da Ponte Paoletti sino a Monte di Gaico, con pendenza pressoché costante ma mai troppo accentuata


Percorso 2a
Ponte Paoletti - Bovecchia - Pescolla -
Gaico - Meschia - Abetito - Uscerno -
Ponte Paoletti
Accesso
Da Ascoli Piceno 19,1 km; 1,30 ore circa in andata e 1 ora al ritorno (in bici). Da Roccafluvione - Marsia Capoluogo 5,4 km; 30 minuti circa per l’andata, 20 minuti circa per il ritorno (in bici).
Tipo di strada
Su strada brecciata sino a Gaico. Su strada asfaltata sino a Meschia. Il percorso Meschia – Abetito è su tratturo, molto fangoso nel periodo invernale e dopo abbondanti precipitazioni. Da Abetito si riprende la strada asfaltata sino al punto di partenza. Quando il tratturo per Abetito non è praticabile, si consiglia di scendere per la ripida strada a tratti asfaltata che da Meschia scende verso Uscerno e da qui al Ponte Paoletti.
Descrizione
Entusiasmante tracciato rivolto a ciclo-escursionisti di media capacità e preparazione, senza difficoltà tecniche, adatto a essere percorso soprattutto nei periodi più caldi dell’anno perché si snoda sempre, per le parti in salita, lungo rinfrescanti boschi e perché è più probabile trovare il tratturo di collegamento tra Meschia e Abetito, senza fango.
Si parte dalla località Ponte Paoletti lungo la strada provinciale che da Roccafluvione porta a Montegallo. Si attraversa sul ponte il Fluvione e si percorre la strada brecciata in salita per circa 2,7 km, attraversando una bellissima pineta di alto fusto sino alla frazione di Bovecchia. Si prosegue per altri 900 m sino alla località Pescolla dove si apre una piacevole visuale sui Sibillini che rinfranca le fatiche della prima salita. Nelle vicinanze dei casolari c’è un fontanile dove è possibile rifornirsi d’acqua prima di proseguire per Gaico.
Al quadrivio di Pescolla, si gira a destra per un brevissimo tratto di ripida strada asfaltata di circa 200 m e si gira nuovamente a destra per imboccare la strada brecciata che percorre il crinale in direzione del Monte di Gaico.
Il percorso, sempre piacevole perché a tratti su cresta panoramica e a tratti nel bosco misto di alto fusto, porta a un manufatto dell’acquedotto, comunemente chiamato “Ripartitore” . Superata la costruzione, dopo circa 200 m si incontra la strada che proviene da Agelli – Pastina e si prosegue diritti, superando il Monte Gaico, punto di maggiore altezza dell’escursione, per scendere per strada a tratti asfaltata sino alla frazione di Gaico e da qui al bivio per Meschia. Al bivio si prosegue diritti lungo la strada nuovamente asfaltata che in circa 3 km conduce a Meschia.
Da Meschia si possono scegliere due alternative:
2) nella bella stagione, prima del paese, nelle vicinanze del primo casolare che si incontra, si volta a sinistra per strada brecciata e al successivo bivio si prosegue diritti per il tratturo in leggera salita in direzione Abetito segnalato con il n°446. Il percorso attraversa boschi di castagno con numerosi bivi che conducono alle aree di raccolta e di manutenzione dei castagneti. Pertanto occorre seguire con attenzione la segnaletica dei sentieri sino alla frazione di Abetito. Il tratturo ha un fondo terroso, poco permeabile e scanalato per il passaggio dei trattori soprattutto nel periodo autunnale, che lo rendono difficilmente percorribile dopo abbondanti precipitazioni. Il percorso diventa invece piacevole nel periodo primaverile ed estivo perché si è costantemente riparati dal soleggiamento diretto. Giunti ad Abetito in circa 45 minuti, si prende la strada asfaltata che scende a Uscerno e da qui al punto di partenza.
2a) dopo il periodo invernale, per evitare il fangoso percorso Meschia – Abetito, si può abbreviare il percorso di ritorno, scendendo per la ripida strada asfaltata verso Uscerno. La strada attraversa un bellissimo castagneto con i massi erratici di arenaria utilizzati come palestra di roccia dai boulderisti provenienti da tutta l’Europa. Prima di arrivare alla strada provinciale si attraversa un ponte sul torrente Fluvione che corre al di sotto fra strettissime gole (vale la pena di affacciarsi sul parapetto del ponte per ammirare la profonda e impervia forra sottostante). Giunti alla provinciale si svolta a destra e in circa 3 km si giunge al punto di partenza.

Un’occasione mancata
“Essendo Meschia una località turisticamente meravigliosa, ma solo fornita di poca luce elettrica, necessitava soprattutto di una strada carrozzabile. Per ottenere questo mi detti subito da fare sfruttando il causale rinvenimento attraverso scavi di bonifica agricola di tracce di lignite (carbone minerale). Segnalai allora il fatto alla Direzione Nazionale del Corpo Reale delle Miniere e Ricerche di Bologna, che mandò, nel marzo del 1940, il suo direttore capo Ing. Leone, il quale, recatosi sul posto, dette subito un giudizio favorevole sulla qualità e la possibile quantità del materiale minerario. L’Ingegnere si appropriò con gesto furtivo di un pezzo di lignite durissima e lucidissima, quasi diamante, detta “giaiello”; ci consigliò sul come e dove far gallerie di sondaggio e per lo sfruttamento della miniera, dietro consiglio dell’Ingegnere stesso, mandammo campioni, sia a Fermo che a Milano, di detta lignite per le opportune analisi. Ne avemmo risposta che trattavasi di lignite di ottima qualità, priva di sostanze eterogenee e ricca di forti calorie, e che per la durezza e lucentezza sarebbe potuta servire anche come materiale da costruzione artistica di oggetti lussuosi e ricercati. Servendomi di tale risposta, segnalai ai diversi ministeri che pensavo poter essere competenti, tale scoperta, augurandomi con ciò, che provvedessero a fare una strada, o meglio, come si diceva, il prolungamento della ferrovia di Ascoli. Risposte e proposte lusinghiere in merito furono con dispiacere mio e di tutti rimandate purtroppo al di là da venire, causa l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio del 1940” (dai ricordi manoscritti del Parroco Dante Marziali).
(da AA. VV. - 2004)
Nel 2001 il Comune di Roccafluvione ha perso un’altra occasione, quella di conservare l’originale bellezza del più bel sito italiano per il boulder. Infatti la strada asfaltata che raggiunge Meschia direttamente dal fondovalle ha tolto al bosco la sua particolarissima atmosfera.
Bovecchia salendo dal Ponte Paoletti

Verso S. Giovanni d’Osoli venendo da Pescolla